Cose da scrittore

8 Novembre 2023

Tra le tante cose, la vita di uno scrittore è fatta anche di attese, rifiuti e qualche soddisfazione. Negli ultimi mesi sto provando tutte e tre le condizioni, in particolare l’attesa e il rifiuto.

L’attesa è sopportabile e giustificabile, almeno per chi come me non si è ancora fatto un nome nel mondo dell’editoria, nonostante i tempi per una risposta da direttori editoriali, agenti o committenti si dilatino come se si avesse a che fare con l’amministrazione pubblica.
Nello specifico, la mia attesa è dovuta al destino dell’ultimo romanzo che ho scritto, ossia sapere quale editore lo pubblicherà – se davvero qualche editore lo vorrà pubblicare.
In ogni caso, una certezza ce l’ho: devo rivedere e migliorare il testo, e in generale imparare ancora molto sulla scrittura. Un fatto che mi rende ottimista.

Al rifiuto occorre solo farsi il callo. È come giocare a pallone: all’inizio i calci presi nello stinco fanno male, poi non ci si fa più caso. Si batte la punizione e si continua a cercare il gol fino al fischio finale. Si rimani male solo se si arriva a un passo dalla rete e non si concretizza, o se l’arbitro la annulla per motivi non chiari.
Ma in tutti gli altri casi – come per il “non ci ha convinti”, “manca un po’ di dramma”, “il personaggio femminile andrebbe sviluppato meglio”, “il protagonista non è credibile”, “il protagonista è credibile ma c’è troppo dramma” – il rifiuto fa parte del gioco. Peccato che, se combinato con l’attesa, rischia di avere un effetto anestetizzante e imprigionare lo scrittore in una bolla che non scoppia mai, ferma lì a mezz’aria a pochi metri dal cielo e dal dirupo, dal volare o dal precipitare.

Per fortuna sto provando anche qualche soddisfazione. Che arriva dal libro su commissione al quale mi sto dedicando, sopportando la solita lunga attesa per vedere approvate le prime fasi del lavoro (si tratta di un testo sulla buona gestione di un’azienda e su come dovrebbe essere impostato il rapporto tra manager e risorse umane).
Che arriva dai laboratori per adulti e ragazzi che tengo in autunno, dai quali io stesso attingo la linfa per arricchire il mio modo di vedere la scrittura e attraverso i quali spero di dare buoni consigli a chi intende trovare la propria voce o, semplicemente, gestire meglio le parole scritte.
E che arriva dalle letture illuminanti di queste settimane e dal proposito – finora mantenuto – di seguire senza sgarrare la cosiddetta “dieta”, basata sull’affrontare una lunga lista di romanzi della letteratura mondiale, classici come attuali, utili ad assimilare stili, tecniche e approcci a una storia.

Attese, rifiuti e qualche soddisfazione: sono alcune delle cose che fanno parte della vita di uno scrittore non ancora affermato, proprio come me. L’importante è affrontarle con serenità. Forse un giorno, se non precipiterò, ve ne racconto altre.